Antonio Meucci è l’uomo che ha inventato il telefono ma non ditelo agli americani, potrebbero non essere d’accordo. La storia di Meucci spiega molto il bene il perché l’Italia si trovi nella posizione attuale nonostante galleggi di fatto su un enorme giacimento non di petrolio ma di creatività. Se un paese ha ottime individualità ma non è capace di fare sistema, e se le ottime individualità hanno stoffa da vendere ma non hanno i mezzi, ecco che realtà meno creative ma più ricche e strutturate avranno il sopravvento.
Ma torniamo ad Antonio Meucci. Come tutti i creativi non era capace di starsene zitto, e le sue idee liberali e repubblicane lo portarono a dover lasciare il Granducato e a spostarsi ancora e ancora. Dallo Stato Pontificio al regno delle Due Sicilie e da questo a Cuba. Sull’isola caraibica lavorò in un teatro dove pare che abbia avuto per la prima volta l’idea per un sistema per la comunicazione a distanza. All’interno del teatro infatti, Meucci aveva l’esigenza di comunicare dalla cabina di regia a chi operava in altri punti dello stabile.
A seguito dell’incendio che distrusse il teatro, Meucci si spostò negli Stati Uniti ed esattamente New York Qui si occupò di varie cose, dal commercio della birra a quello dei pianoforti fino ad aprire una fabbrica di candele nella quale andò a lavorare persino Giuseppe Garibaldi.
Il resto della storia lo conoscono tutti. La malattia che costrinse per molto tempo la moglie a letto, portò Meucci a riprendere in mano il lavoro iniziato a Cuba. Voleva infatti uno strumento per comunicare a distanza tra il suo studio e la camera da letto della moglie. Il fallimento della fabbrica di candele lo portò sul lastrico e non ebbe mai le risorse per sviluppare la propria invenzione. A fatica riuscì a racimolare la cifra per un brevetto provvisorio che riuscì a rinnovare solo fino al 1873.
Nel 1876 un uomo con ben altre possibilità, un certo Bell di Boston, presentò la domanda di brevetto per l’invenzione del telefono. Da lì una lunga disputa legale che vide Bell incredibilmente vincitore e Meucci morire in miseria nel 1889.
Dopo oltre un secolo di polemica, nel 2002, il parlamento americano ha riconosciuto in maniera ufficiale che la paternità dell’invenzione del telefono è del nostro Meucci. Meglio tardi che mai.
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