Prato ha la caratteristica singolare di essere la città più popolosa della Toscana dopo Firenze, e al contempo il capoluogo della provincia più piccola della regione. Nei suoi pressi, nella zona di Campi Bisenzio, sono state rinvenute testimonianze di un antico insediamento etrusco circa il quale è stata avanzata l’ipotesi che si tratti della mitica Camars, la città di origine del Re Porsenna. Della Prato che conosciamo si hanno invece notizie solo a partire dal decimo secolo. Dal medio evo alla fine del novecento Prato è sempre stata, dal punto di vista amministrativo, nell’orbita di Firenze. Stessa cosa non si può dire invece dai punti di vista economico e culturale, dove Prato ha dimostrato una vivacità e una originalità indiscutibile.

Nel corso dei secoli Prato non è solo diventata uno dei poli del tessile più importante d’Europa, ma ha dato anche i natali a personaggi illustri che hanno fatto scuola per spirito di intraprendenza. Primo fra tutti Francesco Datini, un commerciante di rare capacità al quale è stata giustamente attribuita l’invenzione del sistema di aziende, quella che noi oggi chiamiamo holding.  Non credo di sbagliarmi quando dico che quest’uomo, vissuto a cavallo tra il trecento e il quattrocento, è  per l’imprenditoria quello che Brunelleschi è per l’architettura.

Per ritrovare un genio simile nel circondario di Prato dobbiamo arrivare al 1700, secolo dei lumi nel quale nasce e vive avventurosamente un talento poliedrico pressoché sconosciuto: Filippo Mazzei.   Medico, commerciante e filosofo , nasce per l’esattezza a Poggio a Caiano, ma vive in maniera rocambolesca tra l’Italia, l’Inghilterra, l’America e la Francia, a cavallo tra la rivoluzione americana e quella francese.  E’ stato amico personale dei primi cinque presidenti degli Stati Uniti ed è dimostrato essere l’ispiratore, coi propri scritti, della più famosa frase della dichiarazione di indipendenza americana: “tutti gli uomini sono creati uguali”. Per questo motivo nella storia della Toscana che vi vogliamo raccontare, Prato rappresenta il 1700.

Oggi Prato è una città che sta cercando nuove strade dopo una lunga crisi che ha fortemente ridimensionato il comparto tessile. Sul fatto che le troverà non ho dubbi. Quando un’area così piccola è in grado di crescere i talenti dei quali vi ho appena parlato, e in epoca moderna spiriti liberi come lo scrittore Curzio Malaparte (il vate della toscanità), e il premio oscar Roberto Benigni, si può star certi che i risultati arriveranno.

E mentre aspettiamo la nascita di un altro Francesco Nuti o di un nuovo Enrico Coveri preparatevi a visitare Prato leggendo anche “3 cose da vedere a Prato (oltre al bel centro storico)”

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Foto di Sergio Piane da Pixabay

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