Pitigliano, anche detta “La Piccola Gerusalemme”. Siamo in Maremma, in quella parte della provincia di Grosseto conosciuta come l’area del Tufo. Delle città del tufo Pitigliano è l’indiscussa capitale e voi vi domanderete perchè non vi parlo di mare sotto ferragosto. Perché sono fatto così. Mi piace la spiaggia ma alla trentesima pallonata che prendo da bimbi biondi e riccioluti che mi ricordano che oltre che pelato sono anche vecchio, mi alzo e scappo in escursione. E questo è tutto.
Ma veniamo a voi. Se siete al mare sulla Costa degli Etruschi o all’Argentario bene farete a dedicare una giornata alle delizie dell’entroterra grossetano. Se invece siete in qualsiasi altro punto della Toscana la strada potrebbe risultarvi lunga. Lasciato il raccordo autostradale Firenze – Siena all’altezza di quest’ultima non ve la cavate in meno di due ore, e anche dall’uscita della A1 Chiusi – Chianciano ci vogliono comunque un’ora e un quarto. Sarete però ripagati dal senso di “on the road” delle provinciali maremmane e soprattutto godrete all’arrivo, tra borghi pluripremiati dalle bandiere arancioni.
I motivi per venire a Pitigliano sono molti. Se siete amanti della Storia scoprirete che non la chiamano a caso “la piccola Gerusalemme”, perchè qui nel sedicesimo secolo si formò una numerosa comunità ebraica composta perlopiù da esuli del vicino Stato Pontificio. Testimonianze di questo importante passaggio storico sono oggi visibili nel conosciutissimo ghetto ebraico di Pitigliano, che affianca la sua forte identità ad altri segni lasciati sulla città da altrettanto importanti periodi storici: quello etrusco, quello romano e quello medievale che vide la città passare dagli Aldobrandeschi agli Orsini e infine ai Medici. Se invece con la Storia non avete particolare feeling ma amate la natura, non perdetevi le Vie Cave. L’area del Tufo è infatti ricca di questi percorsi unici al mondo per i quali siamo in debito con gli etruschi. Si tratta di enormi corridoi ricavati scavando il tufo che costituiscono un autentico eden per gli amanti del trekking. Per quale motivo gli etruschi scavavano questi percorsi? Alcuni ipotizzano un uso sacro, altri suggeriscono scopi difensivi mentre si parla anche di opere studiate per favorire il deflusso delle acque. Se volete formulare anche voi la vostra ipotesi andateci di persona ma, a mio avviso, non senza una guida escursionistica ambientale certificata. Se a fare Hiking invece non ci pensate proprio, e vi sognate con le zampe sotto il tavolo a degustare, anche sotto questo aspetto Pitigliano non vi deluderà. Mangiatevi un bel migliaccio (la versione toscana della crepe) che nella variante di Pitigliano acquista un suo perchè chiamandovi in automatico a bere un bicchiere del locale vinello, il Bianco di Pitigliano.
Inutile dirvi che io non ho fatto niente di tutto questo o quasi. Sebbene cerchi di raffinarmi studiando la storia della Toscana e vivendone il territorio, resto di fondo un grezzo ed ho mangiato una pizza di fronte all’acquedotto mediceo. A parziale giustificazione dirò tuttavia che avevo le mie buone ragioni. La prima delle quali era inebetire almeno un quarto d’ora in ogni punto della città che garantisse una foto indimenticabile. Lo skyline di Pitigliano è unico al mondo e vale la pena venire in questa città anche solo per guardarla. Certo, non vi perdete l’acquedotto mediceo, la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, il Palazzo Orsini e il Ghetto Ebraico. Ma soprattutto guardate, guardate tutto. “Già”, mi direte voi, “e allora perchè non hai messo foto del Ghetto Ebraico?” Semplice, perchè ci dovete andare e lo dovete vedere di persona. Pitigliano più di altri luoghi incarna lo spirito di questo sito, ed è più di una città: è un dogma.
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