Non si può scindere la storia della città di Montecatini da quella delle proprie Terme. La città è sempre stata identificata con le acque e questo forse addirittura già dagli antichi romani, visti i ritrovamenti di statue votive nella zona delle terme leopoldine. Siamo in provincia di Pistoia, ma non fate mai notare la cosa ad un Montecatinese perché inorridisce: se potesse scegliere vorrebbe Montecatini in provincia di Lucca.
Ma torniamo alle terme. Quel che c’è di certo è che le acque termali di Montecatini funzionavano e funzionano. Se c’è uno che sapeva fiutare l’affare, questo era senza dubbio Francesco Datini (il post su di lui parla chiaro). Proprio nella corrispondenza di questo self made man del quattordicesimo secolo si trova una richiesta al suo medico di informazioni su queste acque usate da tutti per curarsi. Avrà avuto veramente problemi di salute o aveva in mente un business plan?
Se si pensa che il Datini è morto nel 1410, non stupisce che già nel 1417 esca quello che è considerato il primo testo al mondo riguardante l’idrologia medica: il “Tractatus de Balneis” di Ugolino da Montecatini. Questo testo è abbondantemente citato da chi si è cimentato nella materia nei secoli successivi fino ad arrivare ad Alessandro Bicchierai, un importante studioso del settecento al servizio del Granduca, al quale oggi è dedicato un viale della città.
Contrariamente a tutto il bene che si può dire della famiglia Medici, il primo declino di Montecatini avviene proprio sotto la loro egemonia. La costruzione della chiusa di Ponte a Cappiano, da loro voluta per rifornire di pesce fresco Firenze, causò l’avanzamento del Padule di Fucecchio verso Montecatini con tutto quanto ne consegue in termini di insetti e diffusione della malaria.
Per arrivare alla Montecatini che conosciamo ci vuole sì il Granducato di Toscana, ma quello degli Asburgo Lorena. Nel 1763 il Granduca Pietro Leopoldo diede il via ad importanti lavori di bonifica e alla costruzione di moderni stabilimenti termali che portarono la città all’impostazione urbanistica odierna. Dopo questi lavori i rimaneggiamenti più importanti sono quelli avvenuti nei primi decenni del ventesimo secolo, il periodo d’oro della città.
Durante la “belle époque” Montecatini Terme diventa infatti una delle località più chic d’Europa. E’ in questo periodo che l’architetto Giovannozzi presenta il progetto di ristrutturazione dello stabilimento Tettuccio che sarà poi terminato nel 1928. Ispirato alle terme romane, questo tocco dato nel novecento ha reso lo stabilimento Tettuccio il simbolo della città di Montecatini e di sicuro il luogo più visitato della zona. Se vi trovate in questa parte della Toscana non potete non andare ad ammirarlo di persona soffermandovi sulla grande iscrizione molto esplicita che lo caratterizza: “balsamo che tolto vien di sotterra e s’apre al chiaro giorno”.
Foto di KarinKarin da PIXABAY
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