State guidando sulle strade secondarie della Toscana e a un certo punto vi perdete. Vi guardate intorno e c’è un territorio pianeggiante tutto coltivato a piante da giardino. Piante e serre a perdita d’occhio. Sul ciglio della strada due vecchi stanno discutendo animatamente.

il primo : Ma del che ragioni? (tradotto: ma cosa stai dicendo?).

il secondo: stai a sentì me sennò tu passi anche da piro (ascoltami altrimenti passi da scemo).

il primo: via via un la fa tanto palloccolosa (dai non la fare più grande di quel che è).

il secondo: se un ci credi te lo fo dì dal miomo (se non credi a me te lo faccio dire da mio fratello).

Ecco, se sentite questo specifico slang vi trovate nella Piana di Pistoia, e se uno vi dice “vado a chiamare il miomo” non si tratta di una famiglia arcobaleno, il miomo nella Piana è mio fratello, come il “bro” degli americani. Il “piro” equivale al fiorentino “bischero”, e se i coglioni diventano più di uno, in una famiglia o in bar, si dice che lì ci fa conca e quindi tutto si ferma proprio in quel punto. D’altra parte quando ci si trova in pianura e ci sono molti campi da gestire, non solo il problema della irrigazione, ma anche quello del ristagno dell’acqua sono centrali e si riflettono nel parlato. Non a caso per indicare uno sprovveduto si dice che “è stato riportato dalla piena”.

Bene, dopo questa breve carrellata di modi di dire, che vi aiuteranno più di google translate se finite nel pistoiese, ecco come le 5 dita di una mano, le 5 località che vi dovete ricordare: Pistoia, Serravalle Pistoiese, Agliana, Quarrata, Montale.

PISTOIA: della città di crucci aspra Pistoia ho già più volte parlato nei post e . Ma talmente tante sono le sfumature di questa comunità che molti post ancora potrei fare. In questo angolo vi consiglio di visitare la Pieve di Sant’Andrea, pieve romanica bicroma come nello stile delle chiese romaniche pistoiesi che si distingue però per contenere una capolavoro assoluto: il pulpito di Sant’Andrea di Giovanni Pisano. Prima di entrare nella Chiesa, osservate con attenzione sulla destra del portale, c’è una scultura annerita che rappresenta una testa. Si tratta di quel brodo di Filippo Tedici, il traditore che vendette Pistoia per diecimila fiorini e fu decapitato. In origine la statua non era annerita, pare che si sia ridotta così perché anticamente era diffuso il gesto di spegnere su quella testa la fiaccola prima di entrare in chiesa. Medievale.

SERRAVALLE PISTOIESE: percorrendo la A11 da Pistoia verso Viareggio, in alto sulla destra, subito prima della galleria che precede l’uscita di Montecatini Terme,  vedrete due torri: ecco, quella è Serravalle Pistoiese. D’estate è spesso sede di eventi all’aperto, sagre, feste medievali e anche concerti come quelli di “Serravalle Jazz”. Incantevole.

AGLIANA: se siete appassionati di wargame tridimensionale e giochi da tavolo questa potrebbe essere la vostra prossima meta. Qui tutti gli anni si svolge la più longeva delle manifestazioni su questo tema: Hellana Games. Per appassionati.

QUARRATA: è conosciuta come città del mobile, perché attorno al mondo dell’arredo ruota la sua economia. Se siete quindi in cerca di ispirazione per rinnovare casa, qui troverete di che arredare. Se invece avete ancora in mente la cultura, qui trovate una delle meno conosciute Ville Medicee: Villa La Magia. Da scoprire.

MONTALE: in questa contrada l’accento comincia a cambiare e si comincia a sentire che Prato è alle porte. Per chi ha buon gusto consiglio l’ottima Villa Smilea, oggi sede dell’archivio storico del comune e della biblioteca, nonché di una esposizione permanente delle opere del grafico Jorio Vivarelli. Di nicchia.

E ora tre consigli per cose..

DA MANGIARE SUL POSTO: trovate un ristorante che abbia in lista “il carcerato”, è il piatto simbolo di Pistoia.

DA BERE SUL POSTO: non posso negar di essere amante del Cabernet Sauvignon, e proprio qui ne trovate uno in purezza che vale davvero la pena, il Fuor Civitas Casalbosco

DA PORTARE VIA: non c’è dubbio, comprate i confetti che potrete trovare solo a Pistoia, quelli bianchi durissimi a riccio, detti anche brignoccoluti.

Foto di Lucio Alfonsi da Pixabay